I Bottegai: l’inizio di una grande e meritata rivincita del Made in Italy

Sono passati anni da quando ho visto scritto Made in Italy all’interno di un capo o su un accessorio e probabilmente non mi è mai capitato di incontrare l’artigiano in carne ed ossa, il vero e proprio creatore del nostro felice acquisto di turno. Così, imbattendomi in un semplice mercatino natalizio, ho scoperto un banco a dir poco magnifico, sopra il quale i miei occhi si sono immobilizzati, rimanendo incantati dalla bellezza di borse ed accessori coloratissimi e dalle forme più diverse. Il nome del brand mi è del tutto sconosciuto, I Bottegai, si chiama. Voglio saperne di più.

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Le classiche, modello simil Prada (all’interno vi è anche la tracolla), leggermente più grande, adatte per contenere un paio di libri, un portatile fino a 13″, dei fogli A4, un Ipad e tante altre cose. All’interno, mi dice il venditore, ha anche una chiusura lampo con una taschina dove inserire un rossetto o il carica batterie del cellulare, mentre per chi vuole essere sempre connesso, il pratico porta cellulare all’interno vi permetterà di non perdere dieci chilogrammi, dieci anni di vita e dieci minuti di ricerca, trovando quanto cercate nel più breve dei modi. Un’etichetta in pelle rapisce il mio sguardo, “Made in Italy”, così c’era scritto; ed infatti toccando le borse si capisce subito che sono fatte sapientemente e con estrema precisione, ma – se ancora non siete convinti – fidatevi del vostro olfatto, perché la vera pelle si sente…in tutti e con tutti i sensi (ovviamente evitate di addentare una borsa!). Un profumo a dir poco puro mi ha definitivamente convinta ad acquistare una borsa. La scelgo verde, per poterla sfruttare anche d’estate. Comoda per l’università, magnifica per un giro in centro, adatta anche a visitare una città grazie alla tracolla, elegante – alcune nuances sono veramente chic – per un colloquio di lavoro ed una cena a fine giornata.

Vi sono anche modelli alternativi, con parecchie forme e stampe, quest’ultime ricavate da elementi originali e singolari. Se voi, ad esempio, volete una borsa con impiantata (difficile trovare termine più azzeccato) la caricatura che il ritrattista di Piazza Navona vi ha fatto, non c’è alcun problema: le sapienti mani di Andrea Cecchini sapranno accontentarvi. Attualmente pronte sono tuttavia bags stupende, con spartiti musicali degli anni ’20 e riviste di moda originali del ’54.

foto 2Care amiche, cosa può desiderare più di ogni altra cosa ciascuna di noi (oltre a mangiare senza ingrassare anche di 0,1 grammo) se non rispondere “mi spiace, è un pezzo unico” alla domanda della zitella di turno che ci chiede dove abbiamo preso quella fantastica borsa?

Sappiamo con certezza che presto aprirà anche il sito web, con annessa modalità di shopping online. Nel frattempo – se proprio non sapete resistere – trovate questa “bottega” presso il Nuovo Mercato di Testaccio a Roma.

Spero che questa esperienza personale sia utile ad aprire una riflessione sul concetto di Made in Italy e su quello di qualità. Spesso tendiamo a conciliare, unire e congiungere il concetto di luxury brand a qualcosa che sia realmente impeccabile dal punto di vista manufatturiero, senza però interrogarci sulla provenienza dei capi e degli accessori che acquistiamo. Ammettiamolo, di solito poco ci importa se la nostra nuova pochette di Fendi proviene dal Vietnam, l’importante è che è lì, al calduccio delle nostre mani che già la stanno consumando a forza di accarezzarla.

Impariamo a preferire il lusso dell’artigianato e del Made in Italy al lusso di qualche lettera che forma la parola di un brand famoso in tutto il mondo.

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