Venezia no!

Ci eravamo lasciati a luglio, con il succosissimo acquisto di Loro Piana, quando il collezionista Bernard Arnault mette a segno un altro colpo magistrale in terra italica. A cosa sta pensando in questo momento il vecchio volpone? Si contende con le Galeries Lafayette lo spazio del Fontego dei Turchi di Venezia, palazzo del tredicesimo secolo dove ora risiede uno dei più importanti musei di storia naturale d’Italia, ceduto dalle Poste Italiane al gruppo Benetton nel 2008. Il progetto di Arnault Pigliatutto sarebbe quello di ospitare nella vecchia dimora del marchese di Ferrara Nicolò D’Este, un megastore di Dfs, il marchio di duty free di ovvie proprietà, primo di una lunga serie di punti vendita che dovrebbero aprire in Europa,642-832
per soddisfare i desideri e i capricci dei consumatori cinesi, spaesati dal nostro “troppo Vecchio Continente”. Il gruppo Dfs, fondato negli anni 70, e dal 1997 nelle mani della Lvmh, vanta già 420 store diffusi specialmente in Asia e in Oceania, offrendo più di 700 brand di moda e lusso concentrati in un unico spazio espositivo. La crisi economica e l’exploit finanziario di paesi meno sviluppati hanno ridisegnato la geografia dei capitali: i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), il Golfo Persico, l’Australia sono le zone del mondo dove il luxury branding tenta di radicarsi, esportando le primizie della cultura stilistica europea e della sua grande manifattura. Questo fenomeno è di fondamentale importanza per comprendere l’elemento innovativo dei nuovi consumatori- top spender come si è soliti definirli- ovvero la bulimica e frettolosa voglia di possedere tutto quello che nel loro immaginario è sinonimo di qualità e lusso, sia esso italiano, francese o inglese. Cambia il cliente ergo cambiano i negozi.70-480
L’astuto Arnault ha fiutato le proporzioni di questo business. Intenzionato a portare nei grandi centri della moda europea questo format tipicamente cinese o qatariota, arrecherà così danno all’identità stessa delle maison, dei loro artisti e stilisti, deviando la missione artigianale che ancora oggi seppur vagamente permane, e distruggerà completamente la forse obsoleta ma tremendamente romantica idea di uno shopping di passeggiata a Saint-Honorè, nel quadrilatero milanese, o a via Condotti.