Hatsune Miku: Tecnologia e femminilità

Atsune Miku è una popstar giapponese che non esiste: le sue canzoni sono create grazie ad una tecnologia avanzata. Nemmeno la sua immagine è reale: è infatti un ologramma di un personaggio di un fumetto ad esibirsi sul palco, creando ovazioni da parte di migliaia di fans giapponesi che la idolatrano come se fosse una persona in carne ed ossa.

Qualora le chiedeste di firmarvi un autografo non potrebbe mai accontentarvi, anche se probabilmente, è stata progettata a tavolino anche la sua grafia (così come la sua età, il suo peso e la sua altezza). Hatsune Miku rappresenta uno di quei fenomeni che solo il mondo giapponese poteva partorire e nutrire. E un sintomo inequivocabile di un inconscio desiderio di fuga dalla realtà. Hatsune Miku è un mito che non potrà mai deluderci a causa di una morte prematura per droghe e alcool, perché è una popstar evanescente: non nel modo in cui lo sono tutte le altre, cercando intimità al riparo dai fotografi e concedendosi raramente alle interviste. In Giappone, ha una popolarità quasi pari a quella di Madonna, anche se non potrebbe mai sottoporsi a tutti i suoi interventi di chirurgia estetica. Ha una sua vita ed una sua identità, peccato che le sue canzoni, che migliaia di fans giapponesi intonano sotto la doccia, siano prodotte da corde vocali virtuali. La storia di questa ragazza, tanto talentuosa quanto impalpabile, iniziò qualche anno fa, quando la Yamaha lanciò uno stupefacente programma di nome Vocaloid, in grado di generare canzoni da note e parole che è lo stesso utente ad inserire. La voce del software era di Saki Fujita, doppiatrice di cartoni animati giapponesi. Il suo volto, una ragazza disegnata con le trecce blu ed un nome altisonante, Hatsune Miku appunto, che in giapponese significa “suono del futuro”. Da quel momento la sua carriera è stata in ascesa, senza bisogno di alcun provino: migliaia di persone hanno iniziato a creare canzoni J-pop con la sua voce da innocente ragazza emergente, che si sono diffuse viralmente in video e file audio attraverso internet. Il passo verso il palcoscenico è stato poi breve, anche se tecnologicamente impegnativo: a cantare di fronte ai fans impazziti, è infatti un ologramma con le sembianze della popstar che, inspiegabilmente, riesce a muoversi con più naturalezza di un corpo in carne ed ossa. In un mondo in cui la tecnologia può congelare definitivamente ogni istante di vita, appare emblematica la scelta di idolatrare una donna che si può adorare, ma mai afferrare: una passione intangibile per molti giapponesi, forse troppi, che riflette il desiderio di superare ogni limite imposto da tempi difficili, quasi crudeli. Quando la tecnologia si spinge fino al punto di fondersi con il nostro essere più autentico, per creare un fenomeno di tale portata e singolarità, viene spontaneo chiedersi dove porterà quest’ammaliante fuga dalla realtà, ma soprattutto a quale prezzo. Nel frattempo, però, Hatsune Miku e la sua immortalità stanno regalando a molte persone quel conforto e quell’illusione che esista qualcosa che, almeno momentaneamente, riesca a farci sentire un po’ meno assurdi, spaesati e così immensamente piccoli.

 

immagine da www.gazduna.com