Monstror

Osserva, interpreta e lasciati catturare dall’immagine. Forse sono questi i tre passaggi da intraprendere per capire a fondo le opere di Eric La Combe, o se preferite chiamarlo con il suo nickname, Monstror.
Cosi come le sue opere, anche la sua identità rappresenta un enigma per molti. Nessuna notizia sulla sua formazione artistica né tanto meno sulla sua vita privata, se non che vive  a Lione in Francia, dove lavora e crea nel suo studio grafico.
Per il resto, l’artista che ama fondere la fotografia e la pittura con il fotoritocco e le arti digitali più innovative, lascia alle sue opere il compito di trasmettere un qualcosa, che neanche lui dice di saper spiegare.
I suoi soggetti sono soprattutto figure umane, quasi mutate geneticamente e caratterizzate da una forte inquietudine, resa palpabile dai densi colori cupi che collocano i suoi soggetti in un luogo non luogo, lasciando all’interpretazione di chi li osserva, l’arduo compito di collocarli in chissà quale dimensione.
Le sue opere però, nonostante prive di titolo, aprono per chi le guarda un vero e proprio mondo di sensazioni. Sicuramente un po’ di angoscia, mistero e malinconia per quei volti così diversi dalle sembianze cui siamo abituati, che ci pongono subito di fronte un tema che da sempre ci spaventa, la diversità.
Ma anche tanta curiosità e fascino per un artista che riesce a creare, nonostante  la fusione di tecniche differenti, opere ogni volta così coerenti e rifinite da sembrare lo specchio di una realtà, quella interiore, quasi fossero ritratti fatti dal vivo più che deformazioni realizzate al computer.
Ogni artista, attraverso le proprie creazioni esprime la sua visione della vita, le sue sensazioni e il proprio stato d’animo, ed Eric Lacombe mostra sicuramente una visione che in un primo momento può sembrare inquieta, malinconica e forse anche un po’ confusa. Ma ciò che ci fa apprezzare la sua arte, è sicuramente lo spazio d’interpretazione che lascia ai suoi osservatori, non imponendo nulla se non lo spessore delle sue immagini, e dando modo di riflettere e immergersi totalmente in qualcosa di ignoto, che riesce ad assumere ogni volta per ciascuno, mille significati diversi.

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