Incontro con gli “Holidays”

In un mare di artisti emergenti, il nome romano che si sta facendo sentire sempre di più è quello degli Holidays. Noi li abbiamo incontrati per capire meglio il loro mestiere e le loro difficoltà.

2011. Di gruppi indie-rock, new-wave e chi più ne ha più ne metta, ce ne sono a migliaia; non solo in Inghilterra, non solo in America, ma anche in Italia. Anche nella capitale. Riuscire a uscire da quel gruppo, è un po’ come nelle corse ciclistiche, dove chi ne ha di più, chi riesce a staccare gli altri ed andare a vincere, è quello che fa la differenza, quello che non si è messo lì ad aspettare l’arrivo, ma utilizzando tutte le capacità in suo possesso, riesce a venire fuori con fatica. Ecco, questo è quello che ci si aspetta dalla scena musicale Italiana, dando un taglio al passato, così da poter eliminare quel cattivo preconcetto tipico dell’Albione e degli Stati Uniti, quando si parla di Rock nostrano. Gli Holidays ci stanno provando, prendendo come esempio alcuni gruppi del passato e non, aggiungendo degli ingredienti nuovi, un po’ come uno stregone in cerca dell’ingrediente perfetto da aggiungere a una pozione, al momento ancora imperfetta, che ancora non riflette la cosa pensata, ma che comunque sente che la strada è quella giusta.

Partiamo con la domanda più scontata, come sono nati gli Holidays?
Gli Holidays nascono circa due anni fa durante un periodo vacanziero, in sintesi è l’incontro di tre amici che provenienti da progetti musicali paralleli si ritrovano a suonare per puro divertimento; poco dopo la formazione prende forma con l’aggiunta di altri due componenti che ci ha portato a fare molti passi avanti. Dopo esserci fatti le ossa in un anno musicalmente molto intenso (mi riferisco all’anno scorso) tra molti live la produzione di due video musicali (Red Tie ed il primo Believe) e un ep contenente il singolo Believe (prodotto dalla nostra etichetta KIY RECORDS) siamo giunti ad un periodo di pausa proprio qualche mese fa in seguito ad un ulteriore cambio di formazione e una nuova evoluzione musicale. Ora siamo al completo (Simone, Giaky, Luca, Ale e Lele) stiamo lavorando su nuove canzoni e presto torneremo sulla scena sempre supportati dalla nostra etichetta.

Voi che siete un gruppo abbastanza giovane, cosa ne pensate della scena musicale attuale?
Abbiamo una buona considerazione della scena musicale del momento, forse siamo attratti maggiormente dalla scena americana e australiana riscontriamo sonorità molto affini alle nostre e per quanto riguarda l’europa inutile a dirsi l’inghilterra.

E difficile riuscire ad uscire dall’underground locale?

Crediamo che il difficile non è farlo bensì provare a farlo oltre a gli ottimi canali che si possono usare in rete per promuoversi, è importante la scena live,portare la propria musica ovunque se poi si è anche sostenuti da una buona etichetta e si lavora sodo in sala perchè non provarci fino in fondo?

Se dovreste elencare i dischi che più vi hanno influenzato nelle vostre creazioni, chi citereste?

Più che i dischi direi gli artisti che in questo percorso ci hanno influenzato positivamente nella creazione, Phoenix, Chapel Club, Band of Horses, Local Natives, Mistery Jets, The Smiths e Morning Benders.

La vostra etichetta, la KIY RECORDS, è un’etichetta indipendente che sicuramente vi lascerà molto più liberi di una major; riuscireste mai a lavorare con un’etichetta importante, ma che metterebbe dei paletti alle vostre idee?

Si come dici te la KIY RECORDS ci lascia liberi sulle nostre scelte musicali lasciandoci liberi di creare a 360gradi e crediamo che per una band sia molto importante questo, ricevere delle imposizioni su quali canzoni suonare non credo ci piacerebbe molto.

La scelta dei testi in inglese è stata una scelta obbligata per non rimanere intrappolati solamente nel suolo nazionale?

E’ una scelta che comprende varie idee, in parte è per arrivare anche oltre il suolo nazionale e in parte è anche un gusto personale, perchè le nostre sonorità siamo abituati a sentirle con un testo  e delle parole in lingua inglese e in italiano forse non sarebbe lo stesso.

Un’altra cosa che vi differenzia da altri gruppi, è il fatto che fate dei videoclip molto interessanti. Da chi parte l’idea e chi vi aiuta a realizzarli?

Ci fa piacere che apprezzi i nostri videoclip, nel caso di Believe l’idea è nata insieme al regista Francesco Calabrese e ci piaceva un tema molto Hipster nel caso di Red Tie realizzato da Aira, avevamo le idee chiare su un mood molto surfer dove era il mare a fare da protagonista.

Sò che vi siete prestati come modelli per uno shooting che andrà su Fashion E-zine. Raccontateci come è stato:

Ci è piaciuta molto è stato diverso da girare un video clip e quindi anche abbastanza nuova come esperienza, anche il tema delle foto era molto interessante… siamo curiosi di vedere il risultato.

Ultima domanda, dove possiamo venirvi a vedere prossimamente?

Ritorneremo sulla scena live a primavera ma ancora non possiamo dire niente!!!

Di sicuro sarà un ottima primavera!

Vedi anche il servizio fotografico realizzato con gli Holidays:

Holidays